VENERDI' SANTO - Processione dei Misteri (Storia)

Delle processioni proprie della Settimana Santa a Giovinazzo la prima testimonianza documentaria che si possiede è della metà del sec. XVIII.
L' unico riferimento precedente è quello di una predica della Passione di Cristo nel Venerdì Santo del 1516 che però nel corso del secolo XVII non doveva affatto essere un momento di raccoglimento; infatti con il Sinodo del 1639, il vescovo di Giovinazzo Carlo Maranta (1637-1657) ne vietava la celebrazione notturna ed imponeva il massimo rispetto durante le celebrazioni delle stesse che, spesso e volentieri, divenivano momenti di gozzoviglie (C. MARANTA, Diocesanae Synodi Iuvenacensis Constitutiones, Napoli 1639, p. 8-9).
Oltre i suddetti atti che regolavano le azioni liturgiche, negli atti sinodali non si fa alcuna menzione delle processioni proprie della Settimana Santa.
Nel corso del XVIII secolo, a Giovinazzo la giornata del Venerdì Santo era caratterizzata da due diverse Processioni.
Una prima processione era composta da «molte statue di legno che rappresentano la passione del nostro Redentore, nella sera del Venerdì Santo».
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Da una analisi artistica delle Immagini della Passione esistenti in Giovinazzo, è possibile evincere che questa processione doveva essere costituita da: Cristo all’ orto, Cristo alla Colonna, Ecce Homo, Cristo Portacroce, la Pietà e S. Giovanni che hanno il volto e gli arti in legno mentre le vesti sono in tela gessata. Di diversa fattura e dimensioni invece sono i manichini vestiti di: S. Pietro, S. Maria di Cleofe, S. Maria di Salome, la Veronica, l’Addolorata, la Maddalena, nonché la caduta di Cristo che è tutta in legno, in cartapesta sono poi Gesù Spirante ed il Buon Ladrone.
Questa processione ancora nel 1825, 1867, 1885 e fino al 1956, è attestato si svolgesse non più alla sera del Venerdì Santo ma al mattino, in osservanza del «Real Dispaccio del dì 10 decembre 1768: di doversi le processioni fare tutte di mattina, e non mai nel dopo Pranzo».
Dopo il Concilio Vaticano II però, l’ Autorità Ecclesiastica, sottolineando la discordanza tra i tempi dei riti pasquali, evidenziava che se la chiesa celebrava l’ Actio liturgica in morte Domini (c.d. messa pazza, perché senza consacrazione) nelle prime ore del pomeriggio del Venerdì Santo, non era coerente portare in processione le immagini della passione di Cristo prima di tale celebrazione e cioè nella mattinata della stessa giornata.


Pertanto nel 1957 questa processione con tutte le immagini venne spostata alla mattina del Sabato Santo; ciò fino al 1964, quando diviene serale nella stessa giornata.
L’ altra processione di cui si hanno testimonianze a partire dal secolo XVIII era quella durante la quale, nella mattina del Venerdì Santo, l’ Arciconfraternita del Santissimo Sacramento portava «Gesù Cristo Morto e Maria SS. Addolorata per li Sepolcri dentro e fuori la città», e che veniva accompagnata dai Padri Cappuccini, Minori Conventuali di S. Francesco, Padri di S. Agostino e di S. Domenico che facevano coro durante la stessa.
Il fatto che il Venerdì Santo venisse portata la Madonna a visitare i sepolcri, aiuta anche a comprendere il significato della lauda dialettale giovinazzese «Mò si ni véne u venardìja sande, scenne Marìje, vè lu figghie truvanne».
Quando la processione con tutte le immagini della passione, in esecuzione del Reale Dispaccio del 1768, fu spostata al mattino del Venerdì Santo, questa tutta dell’ Arciconfraternita del Santissimo si svolse la mattina del sabato Santo. Ciò è attestato nell’ 800 dalle disposizioni del Consiglio dell’ Ospizio Provinciale Vittorio Emanuele II, per gli interventi che la Banda Musicale dello stesso ne assicurava. A questa processione con i simulacri del Cristo morto e dell’ Addolorata (entrambi dell’ Arciconfraternita del Santissimo) sicuramente dopo il 1867 (quando ancora il Comune di Giovinazzo per la «processione che in ogni anno si esercita da questa Municipalità nella mattina del venerdì santo» invitava «il sacerdote che deve innanzi alla stessa portare il legno della croce»), fu aggiunto il Reliquiario della S. Croce e delle S. Spine, tanto da essere definita processione del Legno Santo.
Nel 1971 poi, il Legno Santo venne accorpato alla processione con tutti i simulacri della Passione e, con provvedimento dell’ Autorità Ecclesiastica che stabiliva che la processione si tenesse la sera del Venerdì Santo, venne anche modificato l’ ordine di sfilata delle immagini.
Se già nel 1738 l’ Universitas di Giovinazzo sosteneva una spesa di 10 ducati «per .. musici, violicella e trombetta servita al choro della città della prima statua della processione del Venerdì Santo», alla metà del secolo XIX i cortei processionali furono accompagnati da vere e proprie esecuzioni musicali e un ruolo di primissimo piano, non solo in Puglia ma nell’ intero Regno di Napoli, aveva proprio la Banda Musicale dell’ Ospizio di Giovinazzo, nata nel 1819 e dichiarata nel 1828 «Banda musicale del Regno».
L’ archivio musicale dell’ Istituto e quello del Conservatorio di Bari conservano ancora gli spartiti delle seguenti Marce Funebri composte da alcuni dei maestri direttori: Marcia Funebre - 1880 (M° Riccardi), Marce Funebri n. 4 e n. 7 - 1882, Una lagrima - 1883, Una lagrima sulla tomba di Garibaldi - 1886, Elegia Funebre e La Passione al Calvario - 1886, La Passione - 1888 (M° Tartaglia), Marcia Funebre - 1908 (M° Preite), Amarezze - 1916, Marcia funebre - 1919 (M° Macchitella).
Queste musiche divenute ormai caratteristiche del tempo pasquale, per quanto meste, sono al tempo stesso solenni tanto da coinvolgere chi le ascolta in commovente rapimento e renderlo partecipe degli ultimi eventi della vita terrena di Cristo.
Si riportano i vari ordini di sfilata delle immagini disposti dall’Autorità Ecclesiastica nel corso del tempo.
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ORDINE DELLE STATUE NELLA PROCESSIONE DEL VENERDÌ SANTO DISPOSTO DAL VESCOVO PASQUALE PICONE NEL 1903
1. Cristo all’orto - 2. S. Pietro - 3. Cristo alla colonna - 4. Ecce Homo - 5. Cristo Portacroce - 6. Cristo caduto sotto la Croce - 7. Veronica - 8. S. Giovanni - 9. Crocifisso - 10. S. Maria Maddalena - 11. La Pietà - 12. Cristo Morto - 13. Tre statue: Maria SS. Addolorata tra S. Maria Cleofe al lato destro (dell’ Arcicongrega del SS.mo Sacramento) e S. Maria Salomè al lato sinistro (della Congrega della Trinità). Nel 1915 si aggiunse, precedendo o affiancando a lato destro la statua di Gesù in croce, l’ immagine del Buon Ladrone (opera del cartapestaio leccese Giuseppe Manzo e di proprietà della Confraternita di S. Michele).
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NUOVO ORDINE DELLA PROCESSIONE DEL VENERDÌ SANTO IMPARTITO DAL VESCOVO SETTIMIO TODISCO NEL 1971
1. Cristo all’orto - 2. S. Pietro - 3. Cristo alla colonna - 4. Ecce Homo - 5. Cristo Portacroce - 6. Cristo caduto sotto la Croce - 7. Trittico delle pie donne: a sinistra la Veronica, al centro S. Maria Cleofe (dell’ Arcicongrega del SS.mo Sacramento), a destra S. Maria Salomè (della confraternita della SS. Trinità) - 8. Buon Ladrone - 9. Trittico della Croce: a sinistra S. Giovanni, al centro il Crocifisso e a destra l’ Addolorata - 10. S. Maria Maddalena - 11. La Pietà - 12. Cristo Morto - 13. Legno Santo.
Negli anni 1991 e 1992 fu portata in processione anche un’immagine del cattivo ladrone (opera del cartapestaio leccese G. Malecore e di proprietà della confraternita di S. Francesco di Paola).
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DISPOSIZIONE IMPARTITA DALL’UFFICIO LITURGICO DIOCESANO IL 1994
(non integralmente osservata in quanto veniva arbitrariamente disposto che alcune confraternite cedessero statue ad altre).
1. S. Pietro - 2. S. Giovanni - 3. Cristo all’orto - 4. Cristo alla colonna - 5. Ecce Homo - 6. Cristo Portacroce - 7. Cristo caduto sotto la Croce - 8. Cristo agonizzante - 9. La Pietà - 10. Cristo Morto -11. Legno Santo.
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DISPOSIZIONE IMPARTITA DALL’UFFICIO LITURGICO DIOCESANO IL 1995
1. Cristo all’orto - 2. Cristo alla colonna - 3. Ecce Homo - 4. Cristo porta croce - 5. Cristo caduto sotto la Croce - 6. Addolorata - 7. Cristo agonizzante - 8. La Pietà - 9. Cristo Morto - 10. Legno Santo.
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DISPOSIZIONE IMPARTITA DALL’UFFICIO LITURGICO DIOCESANO IL 1997
1. Cristo all’orto - 2. Cristo alla colonna - 3. Ecce Homo - 4. S. Pietro - 5. Cristo Portacroce - 6. Cristo caduto sotto la croce - 7. Addolorata - 8. Buon Ladrone - 9. Cristo agonizzante - 10. La Pietà - 11. Cristo Morto - 12. Legno Santo.
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Dopo che per un biennio la processione era partita dalla chiesa di S. Domenico, l’ Ufficio Liturgico nell’ anno 2000, stabilendo l’ itinerario della stessa, disponeva che si snodasse dall’ interno della Cattedrale.
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Nel 2006 infine ripristinava la narrazione evangelica degli eventi, riportando l’ immagine di S. Pietro dopo la statua di Cristo all'orto.
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- Testo a cura di Diego de Ceglia.
- Foto tratte dal volumetto "Pasqua d' altri tempi" a cura di Diego de Ceglia (Nelle tre foto tutte le statue non più portate in processione: S. Maria Cleofe, S. Maria Salomè, la Veronica, la Maddalena e S. Giovanni).
** Esprimo il mio doveroso e sentito ringraziamento all'amico Diego de Ceglia, già priore della Ven. le Confraternita della SS. Trinità, per avermi fornito materiale fotografico e note sulla Settimana Santa di Giovinazzo.